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Una risposta ai populismi contro l'Europa

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In questi giorni sta entrando decisamente nel vivo la campagna elettorale in vista delle elezioni del Parlamento Europeo.  Lo si nota dal ritorno in grande stile di Silvio Berlusconi sulle tv, il mezzo che come al solito gli è più congeniale, e alle sue promesse che non temono condanne di nessun tipo.  Lo si nota dai toni sempre più aspri della Lega Nord , che in cerca di una nuova visibilità dopo le disfatte e gli sfracelli degli ultimi anni, annuncia già dal suo simbolo un no netto all'Euro e si allea con i nazionalisti francesi di Marine Le Pen .  E lo si nota dal Movimento 5 Stelle , da sempre critico verso l'Europa.  Appare chiaro come in questo panorama le elezioni appaiano come un referendum pro e contro l'Europa, dipinta come la madre di tutti i problemi.  Si dimentica però di enunciare quali siano le ragioni della debolezza dell'Europa in questi anni. Un Europa in cui i partiti conservatori hanno imposto un'agenda di rigore e di chiusura sociale,

Hollande vince. Sarkozy spera.

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E' la prima volta nella storia della Repubblica francese che il responso delle urne relega al secondo posto il presidente in carica. Il primo turno delle presidenziali francesi ha sì registrato l'umiliante, per Nicolas Sarkozy, sorpasso dello sfidante socialista, Francois Hollande ma ha anche reso evidente che il cuore della Francia è sempre di più conservatore e batte a destra.   Lo dimostra il successo personale di Marine Le Pen che con il 19,9 ha numericamente superato l'autentico trionfo del padre, Jean-Marie che nel 2002 raccolse il 17% ma scavalcò il premier socialista Jospin e andò al ballottaggio con Chirac. Sarkozy dalle elezioni del 2007 ha perso 6 punti percentuali. I socialisti ne hanno guadagnati circa due. E' il più alto risultato dei socialisti. Più alto di quello fatto registrare da Mitterand nel 1981. E mentre in Italia Angelino Alfano continua a ripetere che dopo le amministrative, assieme al Cavaliere, darà vita alla «più grande novità