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Anche per oggi non si rompe. Renzi tratta sull’Italicum ma il sentiero è strettissimo

La Direzione nazionale del Partito Democratico si è riunita ieri alle 17, presso la sede di Via S. Andrea delle Fratte, 16. Come le automobili di Gioventù bruciata obbligate a frenare prima del burrone, nella riunione della mitica “resa dei conti” il Pd ha rallentato – e di molto – la deriva che avrebbe portato a una frattura insanabile su referendum e Italicum. La rottura non è scongiurata ma come minimo è rinviata. Matteo Renzi ha preferito dare corda alla minoranza, forse anche vincendo una istintiva voglia di farla finita, di mettere un punto a una querelle che va avanti da anni e che lo sfianca più di una riunione inconcludente a Bruxelles (“Da quando sono segretario non ho avuto un giorno senza polemiche”): però il premier ha ancora una volta preferito la linea dello smontaggio degli “alibi”. Come con Zagrebelsky, Renzi tenta di sottrarre agli avversari argomenti per il No, e se oggi il pomo della discordia è l’Italicum, bene, si ridiscuta l’Italicum. A una condizione:

La riflessione di Matteo Orfini sull'Italicum

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Oggi Matteo Orfini, presidente del Partito Democratico, ha esposto la sua posizione riguardo alla legge elettorale con un post su Facebook, una posizione di grande equilibrio e che ricostruisce l'iter che ha condotto al voto di ieri in Senato. Una legge elettorale che non è perfetta, ma che costituirebbe un sostanziale miglioramento rispetto alla legge attuale, oltretutto se si vuole fare in modo da condividere la scelta delle regole con una maggioranza ampia. E l'unica maggioranza possibile prevede un'alleanza con il centro destra, visto la decisione, coerente finora, del M5S di tirarsi fuori dalle decisioni istituzionali. Pubblicazione di Matteo Orfini .