Carlo Alberto dalla Chiesa vive ancora
“L'operazione Carlo Alberto è conclusa”.
Così dissero al quotidiano “La Sicilia” il 5 settembre, con una telefonata anonima, due giorni dopo la sua uccisione. Perché l’operazione era conclusa, sì.
E si era conclusa con la morte del generale dalla Chiesa, di sua moglie e con il grave ferimento dell’agente di scorta, Domenico Russo, che morì giorni dopo per le ferite.
Spararono loro con un AK-47, crivellarono i loro corpi. E uccisero uno degli uomini che più si era battuto contro la mafia, contro quel mostro che divorava la Sicilia e l’Italia. Pensavano così di “concludere” le sue idee, la sua battaglia.
Spararono loro con un AK-47, crivellarono i loro corpi. E uccisero uno degli uomini che più si era battuto contro la mafia, contro quel mostro che divorava la Sicilia e l’Italia. Pensavano così di “concludere” le sue idee, la sua battaglia.
Ma i mafiosi si sbagliavano, perché a distanza di anni quel grande uomo che Carlo Alberto dalla Chiesa, grande italiano, grande siciliano, vive ancora. Vive nel ricordo di tutte e tutti noi. Ispira tutte e tutti noi.
E non finirà mai di farlo.