I cookies e questo blog


Avete presente quei banner che da qualche tempo compaiono sopra ogni sito che visitate?
Sono l'effetto di un nuovo regolamento per la tutela dei dati personali che impone ad ogni sito di informare i propri utenti dell'utilizzo di cookies sulla pagina sulla quale state navigando.

Andiamo con ordine, però. I cookies sono file che servono a tener traccia delle proprie attività su un sito, in modo tale da renderne più semplice l'utilizzo. Sono quelli, per intendersi, che ricordano la username e la password su un sito che frequentate regolarmente, ma contengono anche molte altre informazioni.

L'iniziativa del Garante della Privacy ha l'obiettivo dichiarato di arginare la diffusione dei cookie di profilazione degli utenti, con i conseguenti rischi per la privacy. L'effetto però duramente contestato è che anche un blogger, che dal sito non guadagna nulla, e che spesso non ha neanche molte conoscenze dello stesso sito web sul quale naviga, sarà costretto a districarsi in un dedalo di regolamenti, ancora poco chiari, per evitare di incorrere in multe molto salate.

Il giornalista di Wired Alessandro Longo, ha cercato di fare ordine dopo alcuni chiarimenti avvenuti in questi giorni da parte del garante:
Gli esperti si interrogano sui possibili danni che possono venire dalla normativa del Garante Privacy, derivante da una direttiva europea del 2009. I chiarimenti pubblicati dallo stesso Garante in sostanza confermano gli aspetti di fondo e non concedono alcuna eccezione ai soggetti minori (gestori di blog, piccole aziende). Vediamo caso per caso.Che cosa significa per i bloggerPer evitare di subire costi e tempi di adeguamento alla normativa, probabilmente troppo gravosi per loro, i blogger e i in genere i gestori di siti non commerciali devono eliminare ogni possibile fonte di cookie di profilazione. Purtroppo, nell’internet complessa che ci ritroviamo, annodata a doppio filo con Facebook, Google eccetera, ci sono molte cose che sparano cookie profilanti.Un elenco non esaustivo: pulsanti social (like, condivisioni), embed di video di YouTube, Twitter, mappe di Google. Google Analytics, ossia tutti gli strumenti di analytics gestiti da terze parti anche a scopo (possibile) di profilazione.È possibile ovviare in vari modi: con widget che sostituiscono i bottoni social con link; usando le impostazioni privacy nell’embed di Youtube. Lo stesso Garante dice che è possibile anonimizzare gli analytics (c’è una opzione apposita). L’onere per il blogger è perlopiù la perdita di tempo, non solo una tantum, ma anche continua per i diversi embed ogni volta che li vorrà fare. In più- ma è il meno- dovrà scrivere nella privacy policy, informalmente, che usa cookie tecnici soltanto. Ne potrebbe comunque derivare un danno alla libertà di espressione e un’ulteriore spinta ad abbandonare il blog passando a Facebook.[..] 
Che fare, adesso?C’è grande confusione sotto il cielo, al momento. Sembra che la strada più saggia sia di restare alla finestra, anche perché- come anticipato dal Garante a Wired.it- al momento non ci saranno le multe previste. Le norme possono ancora cambiare. Molti esperti chiedono una qualche esenzione per i soggetti minori. La norma è europea- è vero- ma ciascun Paese l’ha recepita in modo diverso, più (la Francia) o meno (la Spagna) restrittivo, con l’Italia che forse è in mezzo fra i due estremi. Aggiustamenti sono insomma ancora possibili, anche in Italia, per evitare rischi che non sono nelle intenzioni dello stesso Garante (tutt’altro). 
Nell'attesa di maggiore chiarezza non adegueremo così questo blog, che fa riferimento alla piattoforma Blogger. 

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