La Brianza terra di arte e di cultura
MUST Museo del Territorio - Vimercate (www.ilcittadinomb.it)
Uno speciale de la rivista Vorrei testimonia la quantità e qualità delle iniziative, delle rassegne, delle realtà che operano nel settore culturale a Monza e nel resto della provincia. Teatro, arti visive, poesia e letteratura vedono agire numerosi autori, associazioni, promoter.
Probabilmente - si legge sul reportage a cura di Antonio Cornacchia Art director e designer della comunicazione, artista di formazione - il versante meno coperto, l’anello debole della catena, è quello istituzionale, ovvero quello che dovrebbe assicurare – attraverso finanziamenti, sponsorizzazioni, programmazione a lungo termine e lavoro di connessione, le risorse economiche e il supporto organizzativo adeguati, necessari e indispensabili agli operatori culturali per lavorare con serietà e continuità.
Leggiamo dal sito Vorrei.org
Di questi aspetti - e non solo - si è parlato lunedì 25 marzo 2013 in un incontro informale a cui chi scrive aveva chiamato a partecipare alcuni dei promotori, ideatori e animatori delle più significative realtà culturali del territorio.
Dai direttori del Binario7 e di Musicamorfosi (Corrado Accordino e Saul Beretta) al presidente del Bice Bugatti Club (Luigi Rossi), dai responsabili dei circoli Arci Tambourine di Seregno e Acropolis di Vimercate (Fabio Costanza e Stephan Greco), all'animatore di Poesia Presente (Dome Bulfaro) e professionisti della creatività, dello spettacolo, dell'arte come Marcello Arosio, Massimiliano Rossin e altri ancora che hanno accolto l'invito e dimostrato la voglia e il bisogno di incontrarsi e confrontarsi.
Le questioni emerse come più sentite e urgenti, oltre quella di una relazione sistematica con le istituzioni, sono per taluni la mancanza di spazi a disposizione, per altri la necessità di confronto interno ed esterno, per altri ancora di risposta del territorio.
Quest'ultimo aspetto è forse quello più controverso perché siamo difronte a situazioni molto diverse, con rassegne teatrali che ogni anno presentano sempre più abbonamenti e spettatori e concerti di musica dal vivo con artisti che in Brianza fanno la metà degli spettatori che farebbero a pochissimi chilometri di distanza. Cosicché non è chiaro il livello di attenzione che il territorio presta davvero all'offerta culturale.
Altra questione è la visibilità. Non è raro ancora sentir dire che Monza e la Brianza sono povere di attività, terra desolata dove non succede mai nulla di interessante, quando nella realtà c'è solo l'imbarazzo della scelta. È – con una formula abusatissima – un problema di comunicazione? Probabile. Di certo c'è che si potrebbe fare molto di più e anche qui le istituzioni potrebbero dare il loro supporto in maniera molto più efficace.
C'è anche l'aspetto delle competenze, della preparazione. Inutile ignorarlo: nell'ambito culturale forse più che in altri la professionalità è spesso un optional, con “operatori” improvvisati dall'oggi al domani, guru e maestri dell'ultim'ora che non portano certo prestigio all'intero settore.
Insomma, sul tavolo di argomenti da affrontare – continua Cornacchia - ce ne sono abbastanza da pensare che sia necessario dare un seguito al confronto. Con quale forma e con quali strumenti si vedrà. Modestamente mi permetto di avanzare delle proposte ai miei compagni di avventura (che questo è lavorare nella cultura al tempo della mercificazione: un'avventura).
Le questioni emerse come più sentite e urgenti, oltre quella di una relazione sistematica con le istituzioni, sono per taluni la mancanza di spazi a disposizione, per altri la necessità di confronto interno ed esterno, per altri ancora di risposta del territorio.
Quest'ultimo aspetto è forse quello più controverso perché siamo difronte a situazioni molto diverse, con rassegne teatrali che ogni anno presentano sempre più abbonamenti e spettatori e concerti di musica dal vivo con artisti che in Brianza fanno la metà degli spettatori che farebbero a pochissimi chilometri di distanza. Cosicché non è chiaro il livello di attenzione che il territorio presta davvero all'offerta culturale.
Altra questione è la visibilità. Non è raro ancora sentir dire che Monza e la Brianza sono povere di attività, terra desolata dove non succede mai nulla di interessante, quando nella realtà c'è solo l'imbarazzo della scelta. È – con una formula abusatissima – un problema di comunicazione? Probabile. Di certo c'è che si potrebbe fare molto di più e anche qui le istituzioni potrebbero dare il loro supporto in maniera molto più efficace.
C'è anche l'aspetto delle competenze, della preparazione. Inutile ignorarlo: nell'ambito culturale forse più che in altri la professionalità è spesso un optional, con “operatori” improvvisati dall'oggi al domani, guru e maestri dell'ultim'ora che non portano certo prestigio all'intero settore.
Insomma, sul tavolo di argomenti da affrontare – continua Cornacchia - ce ne sono abbastanza da pensare che sia necessario dare un seguito al confronto. Con quale forma e con quali strumenti si vedrà. Modestamente mi permetto di avanzare delle proposte ai miei compagni di avventura (che questo è lavorare nella cultura al tempo della mercificazione: un'avventura).
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DoppiaM