Caritas Milano: presentato il XXII dossier statistico sull'immigrazione


La più grave crisi economica del dopoguerra non ha scoraggiato gli stranieri che hanno scelto di vivere in Italia. Gli immigrati continuano a crescere di numero. Pensano al nostro Paese come il luogo dove far crescere i propri figli. Si dimostrano capaci di sapersi adattare ai cambiamenti del mercato del lavoro, persino più e meglio degli italiani.

E la Lombardia si conferma la prima regione per numero di immigrati, per ricchezza prodotta e inviata nei paesi di origine, per concentrazione di stranieri titolari di impresa.

È quello che emerge dal XXII Dossier Immigrazione 2012, presentato mercoledi a Milano.

Leggiamo dal sito del quotidiano on-line mi-lorenteggio.com 

Più di 5 milioni in Italia, più di un milione in Lombardia. Gli stranieri continuano a crescere. Superano, per la prima volta, quota 5 milioni nel Paese, passando da 4.968.000 (dato 2010) a 5.011.000 (dato 2011). In Lombardia, viene il sorpasso della soglia del milione di stranieri messo in luce già dal rapportodello scorso anno.

Secondo una stima del XXII Dossier sono 1 milione e 178 mila gliimmigrati regolari presenti nella regione al 31 dicembre del 2011. Dunque, quasi unostraniero ogni quattro (il 23,5%) sceglie di vivere in Lombardia che si conferma laprima regione in Italia per numero di immigrati. La popolazione immigrata continua adaumentare, seppure di poco, anche a Milano dove stranieri iscritti all’anagrafe arrivanoalle 236.855 unità, il 17,7% della popolazione totale (erano il 16,4% nel 2010). Nel capoluogo lombardo, dunque, ormai più di un residente su 6 è immigrato.

La crisi occupazionale ha colpito gli stranieri come gli italiani. Tuttavia, rispetto, ai nostri connazionali gli immigrati mostrano una maggiore capacità di tenuta. Sebbene il tasso di disoccupazione tra gli stranieri sia del 12,1%, quattro punti in più rispetto alla media degli italiani, gli occupati nati all'estero sono aumentati nel 2011 di 170 mila unità, a fronte di una diminuzione di occupati nati in Italia di 75 mila. Il che sta a dire che se, da un lato, gli stranieri perdono più facilmente degli italiani il lavoro, dall'altro  sono in grado di ritrovarlo con altrettanta maggiore facilità. La stessa tendenza si riscontra in Lombardia dove l’incidenza degli occupati immigrati sul totale dei lavoratori si è mantenuto sostanzialmente stabile (passando dal 16,1% del 2010 al 16,3% del 2011).

Ciò dimostra che pure nella contrazione complessiva del mercato del lavoro, gli stranieri hanno mostrato maggiore flessibilità e capacità di adattarsi a nuove mansioni, magari più precarie e meno retribuite. Stabile è anche la quantità di ricchezza destinata alle famiglie nei paesi di origine degli immigrati. Le rimesse partite dall'Italia  leggermente diminuite nel 2010 (6,6 miliardi di euro), sono tornate a crescere nel 2011 (7,4 miliardi di euro). Identica tendenza si riscontra in Lombardia dove si concentra il 21,3% di tale somma (1,6 miliardi). Le difficoltà di mercato non hanno scalfito nemmeno la propensione imprenditoriale degli stranieri. Il numero degli imprenditori con cittadinanza straniera in Italia è più che raddoppiato negli ultimi 7 anni sia nel Paese (passando da 116.694 nel 2005 a 249.464 nel 2011), sia in Lombardia, dove i titolari di impresa di origine straniera registrati a fine 2011 da Unioncamere sono 56.308, mentre erano 27.931 nel 2005. Più famiglie che singoli.

Due le considerazioni – ha commentato don Roberto Davanzo, direttore di Caritas Ambrosiana - La prima: gli stranieri dimostrano di reggere anche alla prova della crisi economica più dura che abbiamo conosciuto. Dunque, dobbiamo riconoscere che le migrazioni sono ormai un fenomeno inevitabile, destinato a cambiare il volto del nostro Paese

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DoppiaM

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