Aumento dei prezzi dei farmaci generici: cosa sta succedendo?


Ha destato non poche perplessità nelle persone la novità in materia di ticket farmaceutico, che molti utenti del servizio sanitario nazionale si sono visti applicare dal 15 aprile 2011.

Vogliamo fare un po' di chiarezza, per questo abbiamo chiesto un aiuto ad un farmacista, al quale lasciamo la parola, per raccontare cosa sta succedendo...


In una nota circolare di Lombarda (l’associazione regionale dei titolari di farmacia) del 14 aprile, noi farmacisti abbiamo appreso che, con effetto immediato, in base ad una normativa europea, il prezzo di rimborso alla farmacia relativo al farmaco generico doveva essere applicato in rispetto al prezzo più basso dello stesso farmaco in Europa.

Risultato: l'eccedenza di costo è risultata a carico dell'utente, con non poche difficoltà, soprattutto per le fasce più deboli. Non è quindi il ticket a carico della prestazione farmaceutica ad essere aumentato, come molti erroneamente hanno creduto, ma il disavanzo tra ciò che rimborsa lo stato alle farmacie e l'effettivo costo del farmaco.

Facciamo subito un esempio chiarificatore: fino al 14 aprile, chi si recava in farmacia con una impegnativa rossa (la ricetta del medico curante) pagava normalmente il ticket di 2 euro per confezione (fatto salvo per eventuali esenzioni parziali o totali) e la differenza tra il farmaco "brand" e quello generico. Questo voleva dire che il paziente "indigente", esente da ticket, poteva comunque curarsi scegliendo il farmaco generico, senza spendere un centesimo.

Dal 15 aprile non è sufficiente scegliere il farmaco generico per non avere spese, ma deve essere corrisposta alla farmacia la quota relativa alla differenza con il farmaco generico europeo, che mediamente costa molto meno rispetto all'Italia.

Le differenza da pagare sono risultate nell'ordine anche di 5 o 6 euro per alcuni farmaci.

Le persone non sono state informate del cambiamento che si è creato, e, devo dire, neppure i farmacisti sono stati informati in maniera corretta, trovandosi a fare da tramite tra la rabbia giustificata delle persone e la necessità di non creare perdite economiche alla farmacia.

Da qualche giorno le aziende farmaceutiche italiane e le autorità che regolamentano il costo del farmaco in Italia hanno raggiunto l'accordo per adeguare i prezzi a quelli europei, azzerando così la differenza a carico dell'utente, ma giungono voci preoccupanti da alcune aziende che stanno mandando a casa persone in risposta a tale adeguamento, inoltre, in una nota, è stato imposto ai farmacisti di "erogare" al paziente comunque il farmaco a minor costo, dato che non tutte le aziende hanno abbassato i prezzi.

Ovviamente è corretto agevolare l'utente, ma non si può far ricadere la cattiva informazione o l’incapacità di studiare le giuste soluzioni né sulle farmacie, né sul personale; e non si può neanche contare solo sulla pazienza e sulla buona volontà dei tanti farmacisti che lavorano sempre nel rispetto dell'utente.

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