La ferita

Indossano i caschi, cappucci per rendersi irriconoscibili. Bombe molotov in mano; passo militare.
Sfilano dietro uno striscione con la scritta profetica "non chiediamo il futuro, ci prendiamo il presente".

Infatti il corteo pacifico degli indignati diventa cosa loro.
Sono qualche centinaio, ma si prendono in ostaggio l'intera manifestazione, l'intero pomeriggio, l'intero centro di Roma.


Il loro però non è un presente di speranza di proposte di novità di allegria. Il loro è un presente da incubo, fatto di auto incendiate, vetrine spaccate, lancio di pietre ed edifici dati alle fiamme. Una guerriglia urbana di inaudita violenza che trasforma piazza san Giovanni in un campo di battaglia attraversato per ore e ore da lanci di bombe carta, petardi e lacrimogeni. Il bilancio alla fine è pesantissimo e parla di danni ingentissimi ancora da quantificare e di oltre settanta feriti, tre dei quali in maniera grave, circa venti fermati e dodici arresti.

Queste le parole del Segretrio del Pd Pierluigi Bersani.


“In queste ore (ieri ndr) stanno avvenendo violenze e devastazioni inaccettabili. I provocatori che hanno voluto inscenare una vera e propria guerriglia urbana colpiscono al cuore le ragioni di un movimento che in tutto il mondo vuole esprimere un disagio e una critica all’attuale assetto dell’economia mondiale. E’ indispensabile, a questo punto, una condanna corale e inequivocabile di ogni atto di violenza e un rigoroso isolamento dai movimenti, che hanno manifestato pacificamente, di chi si è reso protagonista di questi gesti inaccettabili”.

Ieri dunque abbiamo assistito a due manifestazioni. Una, nonostante il tentativo di isolamento da parte dei "pacifici" ha prevalso. (video)


Se fossi al Governo però non commetterei l'errore di ridurre tutto agli scontri. L'autunno politica è appena iniziato e le premesse non sono per niente buone.

Come Partito Democratico non smetteremo mai di ascoltare la parte pacifica, la maggioranza delle piazza di ieri; per rimarginare questa ferita infatti, ci vuole la cura di una rappresentanza politica più credibile e il filo di un rapporto con i movimenti.

Perchè oggi riaffiora più che mai il ricordo di Genova.

DoppiaM

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