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Le promesse non mantenute sui costi della politica

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Stamattina molti quotidiani ritornano sulla farsa della riduzione dei costi della politica, che ha visto mille e mille proclami da parte del Governo, salvo poi fare mille e mille passi indietro . Dall'abolizione delle Province (il lungo iter è iniziato ieri, ma si andranno a costituire comunque nuovi enti) alla riduzione del numero dei parlame ntari (la proposta è sparita), passando per le  incompatibilità e la  riduzione di indennità e vitalizi . Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella sul Corriere ( qui ) e Massimo Gramellini sulla Stampa ( qui ) ci raccontano con molta efficacia il fiume di dichiarazioni e promesse del Governo, che in realtà non ha prodotto nulla. Questo non è un post che vuole alimentare l'antipolitica. Ma è chiaro a tutti (forse non a chi ci Governa) che se si chiedono pesantissimi sacrifici agli italiani, occorre far precedere a questi sacrifici chiari segnali di riduzione di particolari privilegi. Altrimenti sì che vince l'antipolitica...

Le comode poltrone di "Roma ladrona" che nessuno vuol mollare

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Meglio di una poltrona c'è solo una doppia poltrona, magari con annesso raddoppio dell'indennità e dei privilegi. I parlamentari nostrani, europei e nazionali, hanno preso il vizio di accumulare su di sé più cariche elettive, tanto che sono oggi oltre un centinaio quelli che possono vantare nel proprio curriculum un seggio a Roma o a Strasburgo e, contemporaneamente, una fascia tricolore, un assessorato o un ruolo di consigliere in qualche comune e provincia d'Italia. Secondo i dati elaborati da OpenPolis, che l'Espresso pubblica in esclusiva, ci sono centoventuno casi di doppi incarichi nei nostri parlamenti, molto spesso legati a personalità semisconosciute del panorama politico, ma con qualche eccezione di rilievo. Non sfugge nessun partito politico, ma dai dati risulta netta la prevalenza del centrodestra. Tra i primi cittadini che vogliono a tutti i costi restare onorevoli dominano quelli del Pdl. Ma anche ai leghisti piange il cuore all'idea di abbandon

Un posto alle Poste

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Maria Grazia Siliquini.  Torinese, avvocato penalista. Eletta la prima volta nel ’94 con la Lega, nel ’96 con il CCD, nel 2001 con AN, nel 2006 ancora con AN, nel 2008 con il PDL.  Lascia il PDL il 30 luglio 2010 per aderire a FLI.  Il 14 dicembre 2010, prima di votare per la fiducia o la sfiducia a Berlusconi, disse: " Deciderò all'ultimo. Andrò in bagno dieci minuti prima della chiamata in aula, mi guarderò allo specchio e deciderò" .  Lo specchio le disse di votare no alla sfiducia. Poi lasciò FLI, per entrare nel gruppo dei Responsabili. Dopo il voto fu chiarissima: "Dicono che ho scambiato il voto per un posto di sottosegretario? Sbagliato. Non m’interessano i posti di potere " . Anche al TG3 disse con fermezza "Come ve lo devo dire? Niente posti di potere!". Il 4 aprile è stata nominata nel CDA delle Poste Italiane  per il triennio 2011-2013