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Politiche sociali: il Governo conferma i tagli

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Il 27 ottobre 2010 abbiamo scritto, sul blog , dei tagli ai fondi per le politiche sociali operati dal Governo. Avevamo riportato un approfondimento di Avvenire in proposito , dove emergeva la rassicurazione del Sottosegretario Giovanardi: "Berlusconi assicura che ci saranno, nel decreto milleproroghe, 40 milioni per le politiche sociali". Sarebbero stati comunque molto meno di quelli tagliati , ma la notizia di oggi è che anche quella era l'ennesima promessa non mantenuta dal Governo. Avvenire, oggi , riporta infatti la notizia che i fondi non sono stati ripristinati: il Governo ha deciso di lavarsene le mani, e scaricare il problema alle Regioni. Mi era parso di capire che questo fosse il miglior governo possibile per la tutela della famiglia... mah... chissà se i cattolici del centrodestra avranno qualcosa da dire in proposito...

Addio terzo settore?

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Con i tagli al 5 per mille , il Governo ha messo un altro tassello nella sua strategia di togliere a chi ha più bisogno . Al dimezzamento dei fondi per le politiche sociali, si aggiunge il contenuto del maxi emendamento alla legge finanziaria, che destina solo 100 milioni di euro sul fondo per il 5 per mille, quattro volte meno dell’anno scorso . Secondo Rosy Bindi, "nessuna associazione potrà portare avanti i progetti di stampo sociale o di ricerca condotti in questi anni e nessuno di conseguenza potrà beneficiarne. Non è con l’elemosina che si può parlare di sussidiarietà . Ed è una decisione che appare tanto più incomprensibile e ingiustificabile quando sono gli stessi ministri Tremonti e Sacconi che affermano ogni piè sospinto che serve meno Stato più società. Come può il Governo togliere i fondi al terzo settore, ovvero a coloro che lavorano proprio per colmare le carenze dello Stato? ”.

Addio alle borse di studio universitarie

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Settimana scorsa su lavoce.info  Federica Laudisa scriveva : Il fondo che finanzia le borse di studio per gli studenti universitari scenderà nel 2011 a 70 milioni di euro dagli attuali 96 milioni, tornando più o meno sui livelli del 1998. In Francia e in Germania la spesa annua per il sostegno agli studenti è di 1 miliardo e 400 milioni. E mentre in altri paesi il pacchetto di aiuti è uniforme su tutto il territorio nazionale, per gli universitari giovani i criteri di ammissione alle borse variano di Regione in Regione e talvolta anche all'interno di una stessa Regione. Allegava inoltre questa tabella sconcertante: Italia vs Francia e Germania, nel 2008/09 ITALIA FRANCIA GERMANIA N° studenti universitari 1,8 milioni 2,2 milioni 2 milioni N° beneficiari di borsa 151.760 525.000 510.000 N° posti letto 40.935 160.000 180.000 Finanziamento statale per borse di studio (euro) 152 milioni 1,4 miliardi 1,4 miliardi La questione dei criteri di ammissione regionali ha già dato

La famiglia dimenticata

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Era il 29 settembre quando, parlando alla Camera, il nostro Premier si sperticava in dichiarazioni a favore delle famiglie , promettendo riduzione delle tasse, sostegno alla famiglia, quoziente familiare, lavoro... Pochi giorni dopo, il Governo approva la "legge di stabilità", il provvedimento che sostituisce la vecchia legge Finanziaria. Questi i dettagli, forniti ieri da Avvenire: Il Governo ha promesso di correre ai ripari prossimamente, ma comunque stanzierebbe la metà di quanto ha tolto. Evviva la coerenza di chi straparla di famiglia, e poi non fa nulla, anzi, taglia i fondi!

Il re della spesa pubblica

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Più spesa pubblica, debito pubblico in aumento, minore crescita della ricchezza italiana rispetto agli altri paesi europei. Mentre ancora si discute della manovra economica che dovrebbe risanare i conti italiani, il supplemento economico di Repubblica in edicola oggi analizza i dati della Banca d'Italia e fa un bilancio dei governi di centrodestra e di centrosinistra di questi anni. Vengono fuori cose interessanti...

Rassegna stampa

Ci sono molte notizie interessanti tratte da diversi giornali che meritano di essere approfondite: - Irene Tinagli da La Stampa : la macelleria sociale è già in atto, a prescindere dalla manovra. E riguarda una fascia di popolazione a cui questo Paese si ostina a non guardare: i giovani. - Il Post : la guerra civile per la provincia di Bergamo , un commento alla posizione della Lega, che utilizza la presenza a Roma per la tutela di meri interessi localistici - Anci Lombardia : comuni virtuosi in ginocchio , chi spreca davvero non viene toccato. Lo dice Attilio Fontana, sindaco leghista di Varese e presidente dell'associazione che riunisce i comuni lombardi - Formigoni : con questa manovra meno servizi e addio al federalismo. Lo dice in un'intervista a Repubblica - Ministero bloccato, aziende in crisi senza futuro : a rischio 5.300 lavoratori, in attesa che il Governo decida il sostituto di Scajola Buona lettura

La rivincita

Al diritto previsto dall'articolo 41 della nostra Carta costituzionale, per il quale l'iniziativa economica è libera, si sostituisce il potere preventivo e discrezionale dello Stato. Si instaura il principio di controllabilità totale preventiva, la cosiddetta tracciabilità di ogni contribuente da parte del fisco. Lo Stato diventa una sorta di grande inquisitore, capace di schedare ogni transazione, ogni spesa anche minuta di un cittadino, i suoi stili di vita, i suoi consumi, le sue vacanze e le sue malattie; in sostanza, tutto il suo comportamento economico. Si tratta di una schedatura invasiva e totale come mai si è visto sino ad ora in una democrazia liberale. Si rischia di trasformare così il nostro Stato in uno Stato di polizia tributaria. Silvio Berlusconi, Camera dei Deputati, 2 agosto 2006 La manovra finanziaria abbassa il tetto per la tracciabilità nell'uso del contante da 12.500 a 5.000 euro. Silvio Berlusconi, Palazzo Chigi, 26 maggio 2010 Avrebbero tanti motivi

La favola è finita

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Tremonti ha finalmente messo in tavola le carte della manovra economica 2011-2012 e ha ammesso una volta per tutte che tutte le favole sulla ripresa, il benessere e la solidità del Belpaese erano, e tuttora sono, parole al vento lanciate più per il consenso che per senso di responsabilità. Sì, la favola è finita ed è arrivato il momento che Berlusconi la smetta con la fantasia economica, le leggi ad personam e affronti seriamente la crisi con misure strutturali che garantiscano la ripresa . “Questa non è una finanziaria qualsiasi. Dobbiamo gestirla tutti insieme – ha dichiarato il ministro del Tesoro – perché non sarà una passeggiata”. E ci voleva tanto a capirlo. Per due anni il governo ha negato l'esistenza della crisi stessa e non ha avanzato alcuna politica per contrastare quello che non ha mai avuto il coraggio di ammettere . Da Pechino, Pier Luigi Bersani ha duramente criticato l'atteggiamento e le parole di Tremonti: “ci hanno raccontato che i conti erano in equilib