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La libertà di stampa. E una domanda di troppo

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Mimmo Candito è un giornalista del quotidiano La Stampa . Venerdì scorso ha seguito il viaggio in Libia del Ministro degli Esteri, Franco Frattini . Durante la conferenza stampa finale, presenti Frattini e il Premier del Governo provvisorio libico, Jibril, Mimmo Candito ha "osato" fare una domanda a Frattini, sul ruolo dell'Italia in Libia, visti i grandi rapporti di amicizia tra Berlusconi e Gheddafi (ricordate il baciamano , vero?). Frattini ha contestato la domanda, ha risposto arrampicandosi sui vetri, e la conferenza stampa è finita. Ma per Mimmo Candito quella domanda ha avuto un prezzo elevato : si è giocato il posto sull'aereo che avrebbe riportato la delegazione italiana (giornalisti compresi) in Italia. Mimmo Candito racconta sul sito della Stampa ( qui ) la sua disavventura. Tra libertà di stampa, silenzio complice degli altri giornali (a parte qualche rara eccezione), e l'incapacità di questo Governo di tollerare le domande dei giornalisti.

Col cuore gonfio

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Così Concita De Gregorio il Direttore de "L'Unità". Da 66 anni a questa parte non siamo mai stati così vicini dall’essere - l’Italia - un paese in guerra. Manca un passo, per giunta non nostro . Dipenderà, nelle prossime ore, dalle decisioni dell’America, della Francia e dell’Inghilterra, soprattutto dipenderà dagli umori del colonnello Gheddafi ed è questa una certezza che non lascia spazio a molte speranze. Gheddafi è un folle , ha i missili e probabilmente le armi chimiche, sta sotto i nostri piedi, a cento chilometri dalle nostre coste, sull’altra sponda del nostro mare. “Ci aspettano decisioni difficili” , ha detto ieri il presidente Napolitano che sa bene di cosa parla, a differenza della stragrande maggioranza degli italiani di guerre il presidente ne ha già vissuta una. Tutti gli altri, tutti noi, tutti coloro che sono nati dopo gli anni ‘40 non hanno idea. Le guerre, le bombe, i missili, le nubi, i cadaveri ai lati delle strade li abbiamo visti in tv e

Bersani - Libia, manca la voce dell'Italia

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Successo per il sit-in del PD a Piazza del Panteon a Roma di ieri. Bersani ha ricordato come due giorni fa Berlusconi abbia detto di non avere chiamato Gheddafi perche' non voleva disturbarlo. Ha poi sottolineato che ''in due anni il nostro capo del governo ha incontrato Gheddafi per otto volte: piu' di quanto ha fatto con India, Cina e Usa'' . Ma Bersani ha messo sotto accusa il complesso della politica estera ridotta ai rapporti personali, al ghe pensi mi che ci ha "subordinati a quelle autocrazie che sono diventate vere e proprie dittature, arrivando a farci umiliare''. DoppiaM