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La libertà di stampa. E una domanda di troppo

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Mimmo Candito è un giornalista del quotidiano La Stampa . Venerdì scorso ha seguito il viaggio in Libia del Ministro degli Esteri, Franco Frattini . Durante la conferenza stampa finale, presenti Frattini e il Premier del Governo provvisorio libico, Jibril, Mimmo Candito ha "osato" fare una domanda a Frattini, sul ruolo dell'Italia in Libia, visti i grandi rapporti di amicizia tra Berlusconi e Gheddafi (ricordate il baciamano , vero?). Frattini ha contestato la domanda, ha risposto arrampicandosi sui vetri, e la conferenza stampa è finita. Ma per Mimmo Candito quella domanda ha avuto un prezzo elevato : si è giocato il posto sull'aereo che avrebbe riportato la delegazione italiana (giornalisti compresi) in Italia. Mimmo Candito racconta sul sito della Stampa ( qui ) la sua disavventura. Tra libertà di stampa, silenzio complice degli altri giornali (a parte qualche rara eccezione), e l'incapacità di questo Governo di tollerare le domande dei giornalisti.

Forse volevano provare la nuova applicazione dell' Ipad2 per le videoconferenze

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Ieri sera le agenzie di stampa internazionali hanno dato notizia di una videoconferenza sulla Libia. Hanno partecipato il presidente statunitense Barack Obama, il presidente francese Nicolas Sarkozy, il primo ministro britannico David Cameron e il cancelliere tedesco Angela Merkel. Il ministro degli Esteri Franco Frattini, intervistato su La7, ha detto che nella videoconferenza « non si sta decidendo niente e l'Italia non soffre affatto di sindrome da esclusione». Fatemi capire: l’intelligence italiana dà un contributo rilevante alle azioni dei nostri alleati; l’Italia è investita dalla prima conseguenza del conflitto libico, l’arrivo sulle nostre coste di un notevole numero di migranti, offre le basi e aerei e quando e non viene chiamata ad una riunione ed il Ministro degli Esteri cosa dice? Dove è finito il famoso piano italo-tedesco propagandato da Frattini per la Libia? Evidentemente era buono solo per le dichiarazioni al TG1. Ma la realtà è un’altra cosa:  l’Italia è s