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I quattro sensi di Camilleri

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E pensare che ci ha fatto ridere tante volte e oggi ci commuove, Andrea Camilleri. Ci commuove ma non ci deprime. Ha rivelato di aver perso completamente la vista, il grande scrittore siciliano, e lo ha fatto con grande delicatezza e ostentata fiducia nella vita. Perché, persa la vista, restano gli altri quattro sensi. I quali anzi “si sono precipitati”,  a sopperire l’assenza dello sguardo, come operai solerti a rimpiazzare il compagno ammalato. E’ una bellissima idea, quella del tatto super-sensibile (“Mi dà quasi la scossa”) o dell’olfatto che lui, fumatore incallito, aveva perso e ora è per miracolo ritornato. La “fabbrica-uomo” non si ferma. E pertanto lui, geniale inventore di mille trame, “vede” ancora. Eccome. Nei sogni colorati, innanzi tutto (“colori vivi, vivisssimi”), Camilleri ridisegna la vita, le cose: e certamente nella veglia quelle stesse trame sinora trascritte su carta si stagliano nella sua mente come fili di fumo, per parafrasare un suo titolo famoso. A